Aprile 2011 OLTRE L'INDIGNAZIONE, UN BISOGNO DI FUTURO Da anni le nostre associazioni si occupano e si preoccupano di formare cittadine e cittadini consapevoli, fedeli ai principi della Costituzione ed ai valori condivisi del Concilio Vaticano II.Spesso abbiamo preso la parola ed intrapreso azioni civili e politiche che contribuissero all'analisi della realtà politica del Paese, alla crescita della coscienza civica, al progressivo miglioramento delle istituzioni, al richiamo costante del rispetto dei principi di legalità e trasparenza nella gestione di ogni forma di potere, alla denuncia di rischi di degenerazione del sistema o di indebolimento del tessuto sociale, alla vigilanza sul pericoloso affievolimento dei diritti esistenziali delle persone e sulla limitazione delle libertà fondamentali e delle garanzie di giustizia ed uguaglianza.Abbiamo condiviso fin dal 1994 il monito forte e chiaro di don Giuseppe Dossetti che, da antico costituente, intravedeva nell'alba dell'era berlusconiana le tinte fosche di un lento declino della nostra democrazia repubblicana.Abbiamo sperato, a fasi alterne, nella possibilità di riscatto di tutte le forze democratiche ed investito sui percorsi di cittadinanza attiva.Oggi la misura del degrado politico-istituzionale si è colmata, il silenzio pubblico diventa omertoso e complice, l'indignazione deve essere coralmente manifestata a voce alta e la pacatezza può essere solo il volto della mitezza e non forma di un pavido sussurro di chi non vuole perdere privilegi o di chi teme le ritorsioni di un potere che nella decadenza si fa più duro ed oltraggioso.Già le donne di ogni età, provenienza, tessuto sociale, orientamento politico differente hanno saputo risvegliare la coscienza civile del Paese, mettendo a nudo ancora una volta il legame tra sesso e potere, nonché le ambiguità della "doppia morale".Dopo gli ultimi episodi di malcostume di esponenti di vertice delle nostre istituzioni, molte autorevoli voci si sono levate per denunciare la logica della prevaricazione del denaro, del ricatto, della violenza, della menzogna elevata a sistema, della corruzione non solo politico-clientelare, ma anche quella delle coscienze, soprattutto dei minori.Noi vogliamo associarci a queste voci nel ribadire che:• il rispetto del principio di legalità è un prerequisito per la democrazia e per la partecipazione politica a qualsiasi livello venga svolta, a maggior ragione se si ricoprono ruoli istituzionali;• la dialettica istituzionale non può essere assorbita dai problemi giudiziari di un singolo esponente politico, con conseguente, grave turbativa della stessa attività legislativa, umiliata dall'approvazione di leggi ad personam;• il rapporto corretto fra poteri dello Stato va gelosamente tutelato secondo quanto stabilisce la Costituzione, se non si vuole incorrere in un marasma d'insanabili conflitti a detrimento dello stesso ordine democratico;• l'acquisizione di "abiti virtuosi" resta una condizione necessaria ed indispensabile per l'agire in politica;• l'esercizio di un'"autorità responsabile", come afferma il Compendio della dottrina sociale della Chiesa (n. 410) deve essere svolto "mediante il ricorso alle virtù che favoriscono la pratica del potere come spirito di servizio";• gli "imbarazzanti" comportamenti "privati" del Presidente del Consiglio, oltre a inficiare in maniera irreparabile il decoro delle istituzioni e la credibilità internazionale dell'intero Paese, confermano sempre più, indipendentemente dagli esiti giudiziari, la sua "inadeguatezza sostanziale" rispetto alla carica ricoperta. A margine di tutto ciò, non possiamo poi non esprimere forti motivi di preoccupazione su altri fronti "caldi" della vita politica nazionale. Pensiamo, in particolare:• ai tentativi, reiterati sotto varie forme, di stravolgere spirito e architettura del sistema costituzionale;• alla gestione del tutto inadeguata delle politiche migratorie, viziata anche da non commendevoli presupposti ideologici;• alle persistenti spinte "secessionistiche", dettate da egoismi localistici privi di genuine preoccupazioni di solidarietà nazionale;• all'enfasi fuori luogo sulla sicurezza, con l'intento di suscitare paure, sentimenti sospettosi se non ostili verso persone e gruppi di altre etnie, culture, religioni;• all'assenza di serie e coraggiose politiche di sviluppo, in grado di rilanciare credibilmente l'occupazione, soprattutto delle generazioni giovanili, che rischiano di vedere pregiudicato un futuro degno. Nell'anno in cui celebriamo il centocinquantesimo anniversario dell'unità nazionale, occorre ribadire che il Paese ha bisogno di recuperare slancio, fiducia, serenità. L'attuale compagine di governo, incapace di svincolarsi dalla micidiale morsa della difesa ad oltranza degli interessi del Presidente del Consiglio, per dedicarsi davvero e con lungimiranza ai reali problemi nazionali, non è in grado di garantire il necessario salto di qualità.All'indignazione, doverosa, per i troppi miserevoli spettacoli offerti da figure di vertice della maggioranza politica, deve seguire anche un'intelligente opera di sensibilizzazione delle coscienze perché si riscattino da torpori e assopimenti ai quali, complice la capillare cultura di "distrazione" di massa, sono state assoggettate.Le nostre associazioni, pur con la consapevolezza dei propri limiti, sono da tempo al lavoro per quest'attività di "coscientizzazione" politico-culturale. Non è il momento di abbassare la guardia; occorre, anzi, rinvigorire con intelligenza l'impegno, per concorrere all'edificazione di un Paese e di una convivenza civile che offrano prospettive di futuro, di senso e di speranza anche per le nuove generazioni.Anche per questo ci diamo appuntamento a Roma per il prossimo autunno per un incontro di quanti si riconoscono nei valori espressi dalla tradizione cattolico-democratica nel cattolicesimo democratico.Agire Politicamente - Argomenti 2000 - Città dell'Uomo - La Rosa Bianca
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domenica 17 aprile 2011
OLTRE L’INDIGNAZIONE, UN BISOGNO DI FUTURO
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